Meditazione della Domenica – I benefici ricevuti da Dio

Non serve dire che la domenica è il giorno della meditazione per eccellenza, il giorno che normalmente ci avviciniamo a Dio e andiamo in chiesa.

La Domenica, giorno di riposo e contemplazione, offre un’opportunità preziosa per dedicare del tempo alla meditazione e alla riflessione interiore. È un momento per allontanarsi dalle distrazioni quotidiane e immergersi in un profondo dialogo con se stessi e con il divino.

Nell’articolo “Meditazione della Domenica“, esploreremo il potere e la bellezza di questa pratica spirituale, offrendo spunti e pensieri per nutrire l’anima in un giorno così significativo.

L’importanza della Domenica come Giorno di Meditazione

In questo primo paragrafo, esamineremo il significato simbolico della Domenica come giorno sacro in molte tradizioni religiose e spirituali. Esploreremo come questo giorno si presta alla contemplazione, all’auto-riflessione e alla connessione con il divino.

Discuteremo l’importanza di trovare un momento di calma e silenzio interiore per sintonizzarci con la nostra spiritualità e per accogliere i doni che la meditazione domenicale può offrire.

Meditazione della domenica, come avvicinarsi a dio

In questo giorno penserai ai benefìci che ricevi da Dio per ringraziarne il Signore e accenderti di maggior amore per chi ti fece tanto bene. Sebbene questi doni siano innumerevoli, tu puoi almeno considerare questi cinque, la creazione, la conservazione, la redenzione, la vocazione, con gli altri benefici particolari e non evidenti.

In primo luogo, riguardo al beneficio della creazione, pensa con molta attenzione ciò che eri prima di essere creato e ciò che Dio fece con tè e ciò che ti diede prima di ogni tuo merito:

questo corpo con tutte le tue membra e i tuoi sensi e l’anima così eccellente con le sue grandi possibilità: intelletto, memoria e volontà. E bada bene che darti tale anima ha significato darti tutte le cose, poiché non c’è alcuna perfezione in nessuna creatura che l’uomo a suo modo non abbia, dal che risulta che darci questo solo elemento ha voluto dire darci insieme tutto. Riguardo al dono della tua conservazione, guarda quanto tutto il tuo essere sia legato alla provvidenza divina, come non vivresti un attimo, ne’ faresti un passo se non fosse per lui, come abbia creato tutte le cose per la tua utilità, il mare, la terra, gli uccelli, i pesci, gli animali, le piante, persino gli angeli del cielo.

Pensa alla salute che ti concede, alle forze, alla vita, al sostentamento con tutti gli altri aiuti temporali. Oltre a tutto ciò, pensa alla miseria e alle sventure in cui ogni giorno vedi cadere gli altri uomini e nelle quali tu pure saresti potuto cadere se Dio, per sua pietà, non te ne’ avesse preservato.

Quanto al dono della redenzione, puoi considerare due cose: la prima, quanti e quanto grandi siano i beni che ci ha dato mediante il dono della redenzione, la seconda quanti e quanto grandi siano stati i mali che patì nel suo corpo e nella sua santissima anima per ottenerci questi beni. Per capire di più ciò che devi a questo Signore per ciò che ha patito per te, puoi meditare queste quattro circostanze che conviene conoscere nel mistero della sua sacra passione: chi soffre, cosa soffre, per chi soffre e per quale causa soffre.

Chi soffre? Dio. Cosa soffre? I più grandi tormenti ed oltraggi che mai furono sofferti. Per chi soffre? Per creature infernali e abominevoli simili, nell’operare, ai demoni stessi. Per quale causa soffre? Non per suo vantaggio e neppure per nostro merito, bensì per l’intima forza della sua infinita carità e misericordia.

Quanto al dono della vocazione, pensa prima di tutto quale grande misericordia fu da parte di Dio farti cristiano, chiamarti alla fede per mezzo del battesimo e farti anche partecipe degli altri sacramenti.

E se, dopo questa chiamata, perduta la tua innocenza, ti ha tolto dal peccato, riportato alla sua grazia, ritornato allo stato di salvezza, come potrai abbastanza lodarlo di questo dono? Che grande misericordia fu aspettarti per tanto tempo, sopportare tanti peccati e mandarti tante ispirazioni e non tagliarti il filo della vita, come fu tagliato ad altri nelle stesse condizioni e, infine, richiamarti con grazia tanto potente da resuscitarti da morte a vita e da aprirti gli occhi alla luce! Che misericordia fu, dopo averti convertito, darti la grazia per non tornare al peccato, vincere il nemico e perseverare nel bene! Questi sono i doni evidenti e conosciuti: ce ne sono altri segreti che conosce solo quello che li ha ricevuti e altri ancora tanto segreti che non li conosce neppure quello che li ha ricevuti, bensì solo quello che li ha donati. Quante volte avrai meritato per la tua negligenza o superbia o ingratitudine che Dio t’abbandonasse, come ha abbandonato altri per la stessa causa, e non lo ha fatto! Quanti mali od occasioni di male avrà prevenuto il Signore con la sua provvidenza, disfacendo le reti del nemico, tagliandogli la strada e non realizzando le sue azioni e i suoi consigli! Quante volte avrà agito con ciascuno di noi nel modo che disse a san Pietro: “Guarda che satana aveva ottenuto di vagliarvi tutti come il grano, ma io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede” (Lc 22, 31). Chi dunque può conoscere questi segreti se non Dio?

Questi sono i benefìci conosciuti, ma ci sono quelli nascosti. Per questi come per gli altri, è giusto che ringraziarne sempre il Signore e che comprendiamo di quanto siamo debitori; quanto è di più ciò che dobbiamo di quanto possiamo pagare non lo possiamo infatti neppure comprendere.