Meditazione del Giovedì – Il Giudizio Finale

La meditazione del giovedì ci porta a pensare al giudizio finale, un giudizio che ci porta una piena consapevolezza di noi e dell’uomo.

Come funziona e come si organizza la meditazione del Giovedì

In questo giorno penserai al Giudizio finale perché, riflettendo su di esso, si risveglieranno nell’anima i due sentimenti principali che ogni vero cristiano dovrebbe avere: il timore di Dio e l’odio del peccato.

Pertanto, rifletti innanzitutto su quanto sarà terribile il giorno in cui saranno giudicate le azioni di tutti i discendenti di Adamo, si concluderanno i processi della nostra vita e si pronuncerà la sentenza definitiva riguardo al nostro destino eterno. Quel giorno rappresenterà la somma di tutti i giorni dei secoli passati, presenti e futuri, perché in esso il mondo dovrà rendere conto di tutte le epoche e in esso si riverseranno l’ira e il disgusto accumulati nei secoli. L’impetuoso fiume dell’indignazione divina si scorrerà così rapidamente che conterrà tutta l’ira e il disgusto causati dai peccati commessi dall’inizio del mondo.

Considera in secondo luogo i segni spaventosi che precederanno quel giorno, poiché, come afferma il Salvatore, prima del suo arrivo ci saranno segni nel cielo, nella luna, nelle stelle e, infine, in tutte le creature del cielo e della terra (Luca 21, 11-28). Tutte queste creature avvertiranno la propria fine prima che essa si verifichi e tremeranno e inizieranno a cadere prima di cadere effettivamente. Gli uomini, come afferma, cammineranno come scheletri, prosciugati dalla morte, udendo gli spaventosi ruggiti del mare e osservando le grandi onde e flutti che esso solleverà, anticipando le terribili calamità e sventure che minacceranno il mondo con questi segni spaventosi. Così gli uomini andranno attoniti e spaventati, con volti pallidi e sfigurati, misurando i pericoli con la propria paura, tanto preoccupati per se stessi da non pensare a nessun altro, nemmeno al padre o al figlio. Nessuno potrà aiutare nessun altro, poiché nessuno sarà in grado di badare nemmeno a se stesso.

In terzo luogo, rifletti sul diluvio universale di fuoco che precederà il giudizio e sul terribile suono di tromba che l’Arcangelo suonerà per radunare tutte le generazioni del mondo, affinché si presentino al loro posto e siano presenti al giudizio. Considera soprattutto la spaventosa maestà con cui il Giudice si presenterà.

Dopo ciò, rifletti sulla severità del conto che verrà chiesto a ciascuno. In verità, come afferma Giobbe, l’uomo non può essere giustificato di fronte a Dio (Giobbe 9, 2). E se l’uomo dovesse affrontare il giudizio con Dio, anche se gli fossero rivolte mille accuse, egli non sarebbe in grado di rispondere a nemmeno una di esse.

Immagina quindi cosa proveranno i malvagi quando

Dio li affronterà in questa prova e, dall’intimo della loro coscienza, chiederà loro: “Vieni qui, uomo malvagio, cosa hai visto in me per disprezzarmi così tanto e unirti al campo dei miei nemici? Ti ho creato a mia immagine e somiglianza. Ti ho dato la luce della fede, ti ho fatto diventare cristiano e ti ho redento con il mio sangue. Per te ho digiunato, camminato, vegliato, sofferto e persino versato sangue. Ho sopportato persecuzioni, percosse, bestemmie, scherni, colpi, oltraggi, tormenti e la croce. Questa croce e i chiodi che ancora porto nelle mie mani e nei miei piedi ne sono la testimonianza. Anche il cielo e la terra, davanti ai quali ho sofferto, ne sono testimoni. Cosa hai fatto di quest’anima che ho acquistato a un così alto prezzo con il mio sangue? Come hai utilizzato ciò che ho comprato con tanto sacrificio? Oh, generazione sciocca e adultera, perché hai preferito servire con fatica il tuo nemico anziché me, il tuo redentore e creatore, con gioia? Ti ho chiamato molte volte, ma non hai risposto; ho bussato alla tua porta, ma non hai aperto gli occhi; ho steso le mie mani sulla croce, ma tu non le hai guardate. Hai disprezzato i miei consigli, le mie promesse e le mie minacce. Ora dite, voi angeli, giudicate voi, giudici, tra me e la mia vigna, cosa altro avrei potuto fare?”.

Cosa risponderanno allora i malvagi, coloro che hanno deriso le cose di Dio, coloro che hanno disprezzato la virtù, coloro che hanno tenuto in maggiore considerazione le leggi del mondo rispetto a quelle di Dio, coloro che sono stati sordi ad ogni richiamo, insensibili ad ogni ispirazione, ribelli a ogni comandamento, ingrati e duri nei confronti delle punizioni e dei benefici divini?

Cosa farai tu, come afferma Isaia, nel giorno della visitazione e dell’afflizione che ti arriverà da lontano? (Isaia 10, 3) A chi chiederai aiuto? Di che ti servirà l’abbondanza delle tue ricchezze?

Infine, considera la terribile sentenza che il Giudice pronuncerà contro i malvagi e quella tremenda parola che farà arrossire le orecchie di chi l’ascolterà.

Le sue labbra, come afferma Isaia, sono piene di indignazione e la sua lingua è come un fuoco divoratore (Isaia 30, 27). Quelle parole bruceranno come fuoco: “Allontanatevi da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli” (Matteo 25, 41).

Ciascuna di queste parole merita profonda meditazione e riflessione: la separazione, la maledizione, il fuoco, l’eternità e, soprattutto,