S. Margherita Maria Alacoque
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) è stata una religiosa francese e una mistica del XVII secolo che ha contribuito a diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Margherita Maria Alacoque (1647-1690)
Margherita Alacoque (monaca e mistica francese), nacque a Lautecourt nei pressi di Verosvres nel dipartimento di Saone e Loira, nella Borgogna, il 22 luglio 1647. Era figlia di genitori ferventi cristiani, suo padre era il notaio Claude Alacoque e sua madre, Philiberte Lamyn, era anch’essa figlia di un notaio.
Ebbe quattro fratelli: due, di salute cagionevole, morirono intorno all’età di vent’anni, mentre Chrysostome, il maggiore, prese le veci del padre quando questi morì e l’altro fratello divenne curato di Bois Sainte-Marie.
Giovanetta, spinta dall’amore per la Vergine e per il Sacramento dell’Eucarestia, decise di consacrare la sua verginità a Dio. Tuttavia, a 15 anni, attraversò un periodo di incertezza in cui sembrava che l’amore umano e quello divino si contendessero la sua attenzione, ma alla fine prevalse quest’ultimo. Iddio aveva scelto Margherita per farle conoscere i tesori ineffabili del suo Cuore.
A 23 anni, Margherita Maria Alacoque entrò nel monastero della Visitazione a ParayleMonial, dove cominciò la sua salita verso la santità e dove ebbe visioni e conversazioni con il suo Celeste Sposo.
Margherita si caratterizzava per la sua grande umiltà e per la particolare devozione che nutriva per la Passione di Nostro Signore. Provava compassione per le continue offese che laceravano il Cuore Sacratissimo di Gesù e desiderava ripararle. Un giorno, mentre pregava ai piedi del Crocifisso, Gesù le mostrò il suo Cuore, infuocato e circondato di spine, e le disse: “Ecco il Cuore che tanto ha amato gli uomini e dai quali riceve solo ingratitudini”.
Santa Margherita Maria Alacoque dedicò tutti i suoi sforzi per diffondere la devozione al Sacro Cuore, nonostante le difficoltà e le lotte che incontrò lungo il cammino. Grazie all’aiuto del suo confessore, S. Claudio de la Colombière, il suo apostolato si espanse oltre i confini del monastero e si diffuse in tutto il mondo.
Successivamente, il suo direttore spirituale le ordinò di scrivere le sue esperienze ascetiche, ma all’inizio Margherita espresse la sua repulsione verso tale richiesta nell’introduzione della sua autobiografia: «Soltanto per amor Tuo, o mio Dio, mi sottometto all’obbedienza di scrivere queste memorie e ti chiedo perdono della resistenza che fino ad ora ti ho opposta. E siccome Tu solo sai quanto forte sia la mia ripugnanza, Tu solo puoi concedermi la forza di superarla.»
«Devo farmi estrema violenza per scrivere tutte queste cose che avevo tenute nascoste con tanta gelosia e tante precauzioni per il futuro.»
«Queste parole mi dettero un gran coraggio, ma la paura, che questo mio scritto cada sotto lo sguardo altrui, continua.».
Attraverso S. Margherita, il Sacro Cuore ha fatto numerose promesse ai fedeli che praticano la devozione. Tuttavia, la più significativa è “La Grande Promessa”. Secondo questa promessa, coloro che ricevono la Comunione nei primi venerdì di nove mesi consecutivi riceveranno la grazia della perseveranza finale, non moriranno in disgrazia di Dio e avranno l’opportunità di ricevere i Santi Sacramenti prima della morte. Inoltre, Gesù stesso li accoglierà come rifugio sicuro in quel momento.
Il 17 ottobre del 1690, Margherita Maria Alacoque morì serenamente, consumata dall’amore per Dio e abbracciata dal Cuore che aveva tanto amato. Dopo la sua morte, molti furono i miracoli attribuiti alla sua intercessione, tanto che Benedetto XV la canonizzò come Santa. In seguito, il Papa Pio XI estese l’Ufficio dedicato a S. Margherita a tutta la Chiesa, riconoscendo il suo ruolo come modello di santità e devozione per tutti i credenti.
Le dodici promesse del S. Cuore
Mostrando un giorno il suo Cuore a S. Margherita Maria Alacoque Gesù disse:
«Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo…»
In diverse apparizioni a Santa Margherita, Gesù fece le seguenti promesse per coloro che avessero onorato il suo Cuore e che la Santa riporta nelle sue lettere:
1. «Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato».
2. «Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise».
3. «Li consolerò nelle loro afflizioni».
4. «Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte».
5. «Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere».
6. «I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della Misericordia».
7. «Riporterò le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore».
8. «Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione».
9. «Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata».
10. «A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
11. «Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato».
12. «Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale… Essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».
La grande promessa (i nove primi venerdì del mese)
Fra tutte le promesse fatte a S. Margherita Maria dal Sacro Cuore, la più celebre è senz’altro quella dei nove primi venerdì del mese, in cui Gesù promette la salvezza eterna a chiunque (con le dovute disposizioni) si accosterà alla Santa Comunione il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi.
Scrive S. Margherita Maria nella lettera 86: «Un venerdì, durante la santa comunione, Egli, se non mi sbaglio, mi rivolse queste parole: ‘Nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, ti prometto che il suo onnipotente amore accorderà la grazia della penitenza finale a tutti coloro che faranno la comunione per nove primi venerdì del mese consecutivi. Non morranno perciò in mia disgrazia, né senza ricevere i loro sacramenti. Il mio Cuore si renderà per loro asilo sicuro in quel supremo momento’.»
Sull’autenticità di questa promessa non ci sono dubbi, tanto che Benedetto XV, fatto più unico che raro, la volle inserire nella bolla di canonizzazione della santa.
Lo scudo del S. Cuore (1686)
S. Margherita Maria scrive nella sua lettera del 2 marzo 1686 alla superiora, Madre Saumaise: «Egli desidera che lei faccia fare degli scudi con l’immagine del Sacro Cuore affinché tutti coloro che vogliono rendergli onore lo mettano nelle loro case, e ordini altri più piccoli da portare addosso».
E fu così che Santa Margherita Maria Alacoque iniziò la devozione dello scudo del Sacro Cuore o “devozione degli scapolari o scudi”. La santa lo fabbricava con le sue mani e lo portava sempre con sé, invitando le novizie a fare altrettanto, ciò rappresentava il segno di speciale protezione.
L’ora santa
La pratica dell’Ora Santa, risale direttamente alle rivelazioni di Paray-le-Monial e attinge, di conseguenza, la sua origine dal Cuore stesso di nostro Signore. Santa Margherita Maria pregava davanti al Santissimo Sacramento esposto. Nostro Signore si presentò a lei in una splendida luce: le indicò il suo Cuore e si lamentò amaramente dell’ingratitudine di cui era oggetto da parte dei peccatori.
«Ma almeno — aggiunse — dammi la consolazione di supplire alle loro ingratitudini, per quanto potrai esseme capace».
Ed Egli stesso indicò alla sua serva fedele i mezzi da utilizzare: la Comunione frequente, la Comunione del primo venerdì del mese e l’Ora Santa.
«Tutte le notti dal giovedì al venerdì — le disse — ti farò partecipare alla stessa tristezza mortale che volli provare nell’Orto degli Ulivi: questa tristezza ti condurrà senza che tu lo possa comprendere, ad una specie d’agonia più dura a sopportarsi della morte. E per unirti a me, nell’umile preghiera che presenterai allora al Padre mio, in mezzo a tutte le angosce, ti alzerai tra le ventitré e mezzanotte, per prostrarti per un’ora con me, con la faccia a terra, sia per calmare la collera divina chiedendo misericordia per i peccatori, sia per addolcire in certo modo l’abbandono dei miei apostoli, che mi obbligò a rimproverarli di non aver potuto vegliare un’ora con me; durante quest’ora tu farai quello che io t’insegnerò».
In altro luogo la Santa soggiunge: «Egli mi disse in quel tempo che tutte le notti, dal giovedì al venerdì, avrei dovuto alzarmi nell’ora indicatami per dire cinque Pater e cinque Ave Maria, prostrata a terra, con cinque atti di adorazione, che Egli mi aveva insegnato, per rendergli omaggio nell’estrema angoscia che Gesù aveva sofferto nella notte della sua Passione.
Santa Margherita Maria Alacoque: le frasi
- Trascorrevo le notti nella stessa afflizione del giorno, versando lacrime copiose ai piedi del crocifisso, il quale mi rivelò (senza che io ne capissi molto) che voleva divenire il Padrone assoluto del mio cuore e voleva rendermi in tutto conforme alla sua vita sofferente […] Da quel momento il mio animo fu così penetrato da tale pensiero, da desiderare che le mie pene non avessero mai fine. (da Autobiografia, cap. II, par. 8-9)
- Mio Dio, ti consacro la mia purezza e ti faccio voto di castità perpetua. (da Autobiografia, cap. I, par. 2)
- Un altro giorno avendo con qualche nausea servita un’inferma di dissenteria, ei me ne diè una sì forte riprensione, ut lasanum exportans, adactam me, hujus culpae sarciendae causa, senserim ad linguam longo temporis intervallo intingendam in eas sordes, quas aegrota egesserat, et ad buccas iisdem implendas. [che, per riparare a questa colpa, mi vidi costretta, mentre andavo a buttare via ciò che aveva fatto, a bagnarvi la lingua dentro e a riempirmene la bocca]. Appresso il Signore dolcemente, ed in amichevol modo mi rimproverò del far tali cose: Ed io, O mio Signore, gli dissi, così fo a fin di piacervi, e di così obbligarmi il Cuor vostro divino, e tanto spero io conseguire da voi. Ma che non faceste voi, mio Signore, per guadagnarvi i cuori degli uomini, che vel niegano, e da sé spesso vi scacciano? “Il confesso, o mia figlia, che fui sospinto dalla potenza dell’amor mio a segno di tutto sagrificare per la lor salvezza, benché al mio amore con niuna dimostrazione di gratitudine essi rispondano. Or voglio che da’ meriti del mio Sacratissimo Cuore tal ingratitudine tu misuri. A te io voglio darlo questo mio Cuore.” (da Vita della venerabile madre Margherita Maria Alacoque, cap. XL, pp. 80-81).
- È per amore di Voi solo, o mio Dio, che mi sottometto a scrivere, al fine di obbedirvi, domandandovi perdono se ho opposto resistenza ai vostri voleri. Ma poiché solo Voi conoscete la grande ripugnanza che m’ispira, Voi solo potete darmi la forza di superarla, avendo io accolto questa obbedienza come un vostro cenno…. O mio supremo bene, fate che io non scriva nulla se non per la vostra maggiore gloria e per la mia maggiore vergogna. (da Autobiografia, cap. I, par. 1).
- La Santissima Vergine si è sempre presa una gran cura di me; ricorrevo a lei in tutte le mie necessità, e lei mi ha tirato fuori da grandi pericoli. Non osavo affatto rivolgermi al suo divin Figlio, ma sempre a lei, offrendole la mia piccola corona del rosario, stando con le ginocchia nude per terra, o facendo tante genuflessioni e baciando il suolo a ogni Ave Maria che dicevo. (dall’autobiografia, cap. III; citato in Ivan Gobry, p. 26)
- Io cattivo e miserabile niente protesto al mio Dio di sottomettermi e di sagrificarmi a tutto ciò che da me desidera, immolando il mio cuore all’adempimento del suo beneplacito, senz’altra riserva che della sua maggior gloria, e del suo puro amore. Io gli consacro e abbandono tutto il mio essere, e tutti i miei momenti. Io sono per sempre del mio Diletto, sua serva, sua schiava, sua creatura, poiché egli è tutto mio. Sua indegna sposa Suor Margherita Maria, morta al mondo.
- Poiché non si trovava nessun rimedio al mio male, i miei fecero un voto alla Santa Vergine promettendole che, se mi avesse guarita, sarei diventata, un giorno, una delle sue figlie. Il voto era stato appena da me formulato, che fui subito guarita… (da Autobiografia, cap. I, par. 6)
- Era io delicata a segno, che anche una lieve immondezza moveami nausea. Di un cotal vizio il Signore ripresemi sì gravemente, che una volta accingendomi a pulire il suolo dal vomito d’un’ammalata, non potei contenermi di tergerlo colla lingua, e di tranguggiarlo, al mio Signore dicendo: Se mille corpi avessi, mille amori, mille vite, tutto ciò a voi ben volentieri immolerei, per esser tutta vostra. (da Vita della venerabile madre Margherita Maria Alacoque, cap. XL, p. 79)
- Dormivo sopra un asse o sopra bastoni nodosi, e poi mi battevo con la disciplina, cercando rimedio ai conflitti e ai dolori che sentivo dentro me. Tutto quanto potevo soffrire esteriormente, sebbene le umiliazioni e le contraddizioni di cui ho parlato prima fossero continue e aumentassero invece di diminuire, mi pareva un sollievo in confronto alle pene che soffrivo dentro me e che mi facevo violenza per sopportare in silenzio e tenere nascoste, come il mio buon Maestro m’insegnava. (da Vita della venerabile madre Margherita Maria Alacoque, cap. XL, p. 79)