Inno “Pange lingua”

“Pange lingua” è il titolo di un inno religioso cattolico scritto nel XII secolo dal monaco e poeta latino Sant’Antonino di Padova. Il testo dell’inno è stato scritto in onore della Trasfigurazione di Gesù, che si celebra il 6 agosto di ogni anno.

L’inno è stato scritto in latino e il titolo significa “Canta, lingua“. È una preghiera di lode e di ringraziamento a Dio per il dono della salvezza e della redenzione offerti a noi attraverso Gesù Cristo. “Pange lingua” è diventato molto popolare nel corso dei secoli ed è ancora spesso cantato in molte chiese cattoliche in tutto il mondo. Oggi, il testo dell’inno è stato tradotto in diverse lingue, in modo che possa essere cantato e apprezzato da persone di diverse culture e lingue.

Cosa vuol dire Pange lingua?

Le parole “canta, o lingua” sono il punto di partenza di due inni, uno composto da Venanzio Fortunato e l’altro da San Tommaso d’Aquino. Queste parole sono usate come riferimento agli inni, in particolare a quest’ultimo che viene eseguito durante i vespri della festa del Corpus Domini. Per questo motivo, si usa spesso l’espressione “cantare, intonare il Pange lingua”.

Pange lingua” è il titolo di un inno religioso cattolico scritto nel XII secolo da Sant’Antonino di Padova. Le parole “canta, o lingua” sono il primo verso dell’inno e sono spesso usate come riferimento all’inno stesso. Oltre a essere stato scritto da Sant’Antonino di Padova, “Pange lingua” è stato anche adattato e ampliato da altri autori come Venanzio Fortunato e San Tommaso d’Aquino. L’inno viene spesso cantato durante i vespri della festa del Corpus Domini e viene anche utilizzato in altre occasioni liturgiche.

Quando si canta il Pange lingua?

Il “Pange lingua” è un inno religioso cattolico che viene spesso cantato durante i vespri della festa del Corpus Domini, che si celebra il giovedì dopo la Pentecoste. Tuttavia, l’inno viene anche utilizzato in altre occasioni liturgiche, come durante la celebrazione della Messa e durante il Santo Rosario.

Inoltre, il “Pange lingua” viene spesso cantato in altre occasioni religiose, come durante i pellegrinaggi, le processioni e le funzioni religiose private. L’inno è molto popolare e viene spesso eseguito in chiese e in altri luoghi di culto in tutto il mondo. Inoltre, viene anche spesso eseguito durante concerti e rappresentazioni musicali religiose.

Come nasce “Pange lingua”

San Tommaso d’Aquino creò questa composizione su richiesta di Papa Urbano IV per la celebrazione del Corpus Domini, festa istituita a Orvieto nel 1264 dopo il “miracolo di Bolsena” dell’anno precedente. Questo inno si basa sull’omonimo Pange lingua, composto da Venanzio Fortunato circa sette secoli prima, che narra l’Ultima Cena di Cristo.

Viene cantato al termine della Messa del Giovedì Santo durante la Cena Domini, quando il Santissimo Sacramento viene portato in processione all’altare della reposizione, così come nel giorno del Corpus Domini. Inoltre, è l’inno dei primi e dei secondi vespri di questa solennità. Quando c’è una liturgia dedicata o che si conclude con la Benedizione Eucaristica, è consuetudine cantare le ultime due strofe di questo inno, noto come Tantum Ergo Sacramentum.

Pange lingua in lingua originale

Pange língua gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
Quem in mundi prétium
fructus ventris generósi
Rex effúdit géntium.

Nobis datus, nobis natus
ex intácta Vírgine,
et in mundo conversátus,
sparso verbi sémine,
sui moras incolátus
miro cláusit órdine.

In suprémae nocte cenae
recúmbens cum frátribus,
observáta lege plene
cibis in legálibus,
cibum turbae duodénae
se dat suis mánibus.

Verbum caro panem verum
verbo carnem éfficit:
fitque sanguis Christi merum.
Et si sensus déficit,
ad firmándum cor sincérum
sola fides súfficit.

Tantum ergo Sacraméntum
venerémur cérnui:
et antícuum documéntum
novo cedat rítui:
praestet fides suppleméntum
sénsuum deféctui.

Genitóri, Genitóque
laus et jubilátio,
salus, hónor, virtus quoque
sit et benedíctio:
procedénti ad utróque
cómpar sit laudátio.

Amen.

Pange lingua Traduzione in Italiano

Canta, o mia lingua,
il mistero del corpo glorioso
e del sangue prezioso
che il Re delle nazioni,
frutto benedetto di un grembo generoso,
sparse per il riscatto del mondo.

Si è dato a noi, nascendo per noi
da una Vergine purissima,
visse nel mondo spargendo
il seme della sua parola
e chiuse in modo mirabile
il tempo della sua dimora quaggiù.

Nella notte dell’ultima Cena,
sedendo a mensa con i suoi fratelli,
dopo aver osservato pienamente
le prescrizioni della legge,
si diede in cibo agli apostoli
con le proprie mani.

Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola
il pane vero nella sua carne
e il vino nel suo sangue,
e se i sensi vengono meno,
la fede basta per rassicurare
un cuore sincero.

Adoriamo, dunque, prostrati
un sì gran sacramento;
l’antica legge
ceda alla nuova,
e la fede supplisca
al difetto dei nostri sensi.

Gloria e lode,
salute, onore,
potenza e benedizione
al Padre e al Figlio:
pari lode sia allo Spirito Santo,
che procede da entrambi.

Amen.