La preghiera dell’Alpino

La Preghiera dell’Alpino rappresenta uno dei simboli più significativi della tradizione delle Truppe Alpine, ma il suo testo, nato in un contesto storico ben preciso, ha suscitato dibattiti e riflessioni nel corso degli anni. Questo articolo approfondisce l’evoluzione della preghiera, analizzandone i cambiamenti, le critiche ricevute e il suo significato nel presente, evidenziando il legame tra spiritualità, identità e missione degli Alpini, oggi sempre più orientata verso il volontariato e la solidarietà.

La preghiera dell’Alpino

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l’animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall’impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi,
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.

Analisi della preghiera dell’Alpino

1. Contesto storico e origini

La Preghiera dell’Alpino nasce nel 1935 in un periodo in cui la funzione degli Alpini era strettamente legata al servizio militare e alle operazioni belliche. Nel 1940, in piena Seconda Guerra Mondiale, il testo viene adottato come preghiera ufficiale delle Truppe Alpine, riflettendo la propaganda e l’ideologia dell’epoca. La frase “rendici forti le nostre armi” evidenzia l’intenzione di invocare l’intervento divino a favore della forza bellica italiana.

2. Strumentalizzazione ideologica

Durante il regime fascista, la preghiera fu arricchita con riferimenti propagandistici, come la protezione del duce e del re, adattandola al contesto politico. Questo utilizzo ideologico rende il testo un veicolo di propaganda militare, piuttosto che una preghiera spirituale, causando una percezione di strumentalizzazione della fede.

3. Revisione e cambiamenti

Dopo la caduta del fascismo e il termine del conflitto, il testo è stato riveduto in diverse occasioni:

  • 1950: Eliminazione di riferimenti espliciti a duce e re.
  • 1972: Proposta di riformulazione da parte di una commissione di Alpini laici, con la sostituzione della frase “rendici forti le nostre armi” con “rendici forti a difesa della nostra Patria e della nostra Bandiera”. Questo cambiamento sposta l’enfasi dalla guerra fisica alla forza morale e spirituale.
  • 1987: Contestazioni popolari portano alla reintroduzione della frase “armi forti”, che diventa obbligatoria nelle cerimonie in presenza di reparti armati.

4. Critiche alla versione bellica

  • La frase “armi forti” è stata fortemente criticata perché richiede a Dio un intervento per favorire un conflitto, contraddicendo i principi cristiani di pace e fratellanza universale.
  • La richiesta di armi forti è interpretata da molti come superstizione, in quanto attribuisce a Dio la responsabilità di fornire mezzi bellici.
  • Il richiamo alla forza delle armi è visto come un residuo ideologico di un’epoca passata, inadatto al contesto moderno, dove gli Alpini sono ormai principalmente un’associazione di volontariato (A.N.A.).

5. La nuova identità degli Alpini

Con il passaggio degli Alpini da forza militare attiva ad associazione di arma, la loro missione è cambiata:

  • Il volontariato, la solidarietà e l’impegno civile sono diventati i valori principali dell’A.N.A.
  • La preghiera dovrebbe riflettere questa evoluzione, valorizzando lo spirito di servizio e aiuto verso gli altri, piuttosto che elementi legati al passato militare.

6. Conflitti interni e divisioni

Il testo attuale della preghiera, che alterna richiami alle “armi forti” e alla forza morale, ha generato divisioni:

  • Alcuni Alpini considerano il testo originale una tradizione irrinunciabile.
  • Altri ritengono che la preghiera debba essere aggiornata per riflettere la natura attuale degli Alpini.
  • La mancanza di una versione univoca e condivisa crea tensioni interne e difficoltà nelle cerimonie ufficiali.

7. Il problema dell’imprimatur

Dal 1972, la versione riformata non ha più ricevuto l’imprimatur ecclesiastico, rendendo la sua recitazione in chiesa problematica dal punto di vista liturgico. Questo problema evidenzia il conflitto tra le esigenze spirituali e l’eredità storica del testo.

8. Valutazioni finali

La Preghiera dell’Alpino è un simbolo di identità e appartenenza, ma il suo contenuto, in parte legato a un passato di propaganda bellica, non rappresenta più pienamente i valori e il ruolo attuale degli Alpini. Un aggiornamento della preghiera, che includa riferimenti alla solidarietà e alla forza morale, potrebbe unire tutti gli Alpini, rispettando le diverse sensibilità e valorizzando la loro missione odierna.